Una macchia solare grande quattro volte la terra!

Una macchia solare grande quattro volte la terra!

AR3310 è apparsa nel Maggio 2023 ed è stata una macchia solare grande quanto quattro volte la terra. Che cosa sono le macchie solari? Sono il frutto di complicate interazioni nel campo magnetico e si tratta di zone fredde e scure sulla superficie solare. Le macchie solari si possono osservare ma solo con occhiali da eclissi o filtri solari, per proteggere gli occhi. Esse possono rilasciare energia e particelle nello spazio con possibili impatti sulla Terra a causa di potenti esplosioni. Esplosioni troppo potenti potrebbero causare interferenze nelle comunicazioni terrestri.

In arrivo l’ultima Super Luna dell’anno

Fra la notte del 13 e il 14 Dicembre è in arrivo l’ultima Super Luna del 2016. 

La Super Luna, più luminosa fino al 30% rispetto ad una normale Luna piena, identifica un giorno in cui la Luna raggiunge la minor distanza dalla Terra. La distanza Terra – Luna varia da 356.000 a 406.000 km.

Rispetto alla precedente Super Luna del 2016, quest’ultima, sembrerà più piccola del 1%. Una differenza impercettibile.

Per chi volesse fotografarla: il momento migliore sono il tramonto e l’alba.

Osserviamo la Stazione Spaziale Internazionale (ISS)

Osserviamo la Stazione Spaziale Internazionale (ISS)

Il 4 Ottobre 1957 l’uomo fu in grado, per la prima volta, di lanciare e mantenere con successo in orbita per alcuni giorni il primo satellite artificiale della Terra: stiamo parlando del celebre Sputnik.

A partire da questo momento il numero di missioni spaziali attorno al nostro pianeta aumenteranno a vista d’occhio. Questo fatto non deve certo sorprendere in quanto esistono innumerevoli ragioni strategiche, scientifiche e commerciali per collocare un satellite in orbita terrestre.

Sopra le nostre teste si muove una miriade di oggetti artificiali a velocità dell’ordine di diverse migliaia di metri al secondo; si passa da satelliti funzionanti o non più operativi a parti di lanciatori fin anche a guanti e attrezzi che qualche incauto astronauta si è lasciato sfuggire durante un’attività extra veicolare… il tutto per un incredibile totale di circa 17.000 oggetti!

Come potete vedere dalla figura seguente lo spazio sopra le nostre teste è tutt’altro che vuoto:

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Tutti questi oggetti costituiscono un rischio concreto per le missioni umane in orbita bassa in quanto l’impatto di un frammento di pochi millimetri a velocità relative di decine di chilometri al secondo potrebbe forare facilmente il rivestimento dello scafo esterno provocando una decompressione potenzialmente letale per i malcapitati occupanti (senza contare i danni per milioni di euro su satelliti operativi).

D’altro canto, una presenza così massiccia di satelliti artificiali aumenta la probabilità che, nelle giuste condizioni, alcuni di essi si rendano visibili anche da terra grazie alla luce solare riflessa dalle ampie superfici dei pannelli solari e dai rivestimenti esterni.

Osserviamo la Stazione Spaziale Internazionale (ISS)

Con le sue 450 tonnellate sfreccia sopra le nostre teste alla velocità di 7.7 km/s a più di 300 km di quota compiendo una rivoluzione intorno alla Terra in poco più di 90 minuti. Grazie alle sue ampie superfici è in grado di riflettere una gran quantità di luce solare rendendola un bersaglio ideale per gli appassionati di astronomia.

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Per osservare la ISS (International Space Station) abbiamo bisogno di sapere non solo quando la sua traiettoria passerà sopra alle nostre teste ma anche la difficoltà con cui sarà possibile scorgerla nel cielo.

Tutte le informazioni utili le possiamo reperire su un ottimo sito: heavens-above.com.

Anche in questo caso è necessario, come prima cosa, impostare la località da cui effettueremo l’osservazione utilizzando la scheda in alto a destra. La procedura è del tutto simile a quella di Stellarium e quindi non dovrebbe crearvi alcun problema.

Nel menù principale, dalla scheda “Satelitti” selezioniamo “ISS”, la finestra che viene mostrata è simile a questa:

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Al primo impatto può sembrare molto complicata ma proviamo a guardarla più attentamente concentrando la nostra attenzione sulle singole colonne.

La prima colonna riporta la data a cui fanno riferimento le informazioni riportate a destra, la seconda colonna ci dà un’importante informazione riguardo a quanto sarà facile scorgere la ISS nel cielo (ne parlerò meglio nel seguito).

Come potete vedere, la tabella è suddivisa in tre grandi sezioni:

  • Inizio (relativa al primo istante in cui la stazione spaziale diventerà visibile)
  • Altezza massima (in cielo)
  • Fine (del transito)

Ciascuna scheda contiene tre informazioni:

  • Ora: riporta l’ora a cui fa riferimento la scheda (per esempio l’ora di inizio)
  • Alt: è l’altezza in cielo espressa in gradi
  • Azim: è l’angolo di azimut (vedi figure) riportato utilizzando i punti cardinali.

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Grazie a questo sistema di riferimento è possibile determinare la posizione di un oggetto nel cielo (esiste un altro sistema più “generale” ma per il momento lo tralasciamo).

Diciamo ora due parole sulla seconda colonna della tabella, ovvero quella relativa alla luminosità (magnitudine) dell’oggetto preso in considerazione. E’ esperienza comune che non tutte le stelle del cielo splendono con la stessa forza, questo è dovuto principalmente a due fattori: la luminosità intrinseca della stella e la sua distanza dall’osservatore. Per poter avere una misura quantitativa di questo semplice fatto è stata ideata una particolare scala in cui ad un determinato oggetto celeste (stella, pianeta, satellite, etc…) viene assegnato un numero identificativo della sua brillantezza. La tabella di fianco ne riporta qualche valore:

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Come vedete dalla tabella precedente, salta subito all’occhio una stranezza. Infatti corpi celesti luminosi come il Sole e la Luna sono caratterizzati da una magnitudine negativa mentre gli oggetti più deboli si trovano a magnitudini maggiori.

Ma questa non è l’unica particolarità di cui tenere conto: una prima lettura potrebbe indurre a pensare che una stella, per esempio, di magnitudine -4 sia due volte più luminosa di una con magnitudine -2; in verità le cose non stanno così dal momento che non si tratta di una scala lineare ma logaritmica, senza addentrarci nei dettagli, basti ricordare che in questa scala il Sole risulta essere 400000 più luminoso della Luna piena e non 2 come si sarebbe indotti a pensare da un semplice rapporto tra le magnitudini.

Finite queste divagazioni teoriche, noiose ma necessarie, possiamo ora guardare alla tabella relativa alla stazione spaziale con un occhio più critico. Infatti, vediamo che la magnitudine apparente oscilla, tra un passaggio e l’altro, da 0.0 a -3.4 (valori di tutto rispetto). Questo rende l’osservazione della ISS particolarmente agevole in tutte le condizioni riportate in tabella (purtroppo non è sempre così!).

Adesso, a titolo d’esempio, ipotizziamo di voler osservare la stazione spaziale Sabato 10 Dicembre.

Scorrendo la tabella notiamo che quella sera avremo ben due occasioni:

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Decidiamo di concentrarci, per esempio, sul primo passaggio.

Il buon Heavens-above ci dice che la luminosità è particolarmente elevata (ricorda: più la magnitudine è bassa, più la luminosità è alta) e che il transito avrà inizio alle 17:55:56 verso Ovest-Nord-Ovest, raggiungerà il punto più alto in cielo alle 17:58:49 e terminerà alle 18:00:08 verso Nord-Est.

Per avere un’idea di quello che ci aspetta apriamo Stellarium (Il cielo da casa nostra: Stellarium) e, posizionando il mouse nella parte sinistra dello schermo, clicchiamo sull’icona a forma di orologio. Impostiamo manualmente la data (10/12/2016) e l’ora (17:56). Adesso chiudiamo le finestre di dialogo aperte e dal menù a tendina in basso clicchiamo sull’icona a forma di satellite.

Rivolgiamoci verso Ovest-Nord-Ovest come suggerito dalla tabella precedente… se avete fatto tutto bene, dovreste veder spuntare la ISS e cliccandoci sopra potrete avere maggiori informazioni sull’oggetto (per esempio, Zarya è il nome del primo modulo messo in orbita nel 1998):

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Stellarium simulerà in tempo reale il movimento della Stazione Spaziale sulla volta celeste (usatelo come riferimento per le vostre osservazioni).

Nota Pratica
Come riferimento temporale usate l’ora mostrata dal vostro PC, tenete gli occhi ben aperti lungo tutto il percorso mostrato da Stellarium e, soprattutto, non scoraggiatevi se la prima volta non riuscite a vedere niente.
Chiudo con una chicca: grazie all’utilizzo di telescopi amatoriali, è addirituttura possibile fotografare la ISS da Terra!
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“Ma tu di che segno sei?”

Almeno una volta nella vita a tutti è capitato di sentirsi fare questa domanda. Di solito, la risposta varia tra due estremi:

“Sono Pesci, ascendente Leone con Luna in Scorpione”
oppure
“Ma va a ciapà i ratt!”

 Indipendentemente da quale sia la nostra posizione a riguardo, vale la pena di approdondire un attimo questo argomento.

Prendendo in mano un qualunque giornale, troveremo la suddivisione a cui siamo abituati:

  • Ariete (21 marzo – 20 aprile)
  • Toro (21 aprile – 20 maggio)
  • Gemelli (21 maggio – 21 giugno)
  • Cancro (22 giugno – 22 luglio)
  • Leone (23 luglio – 23 agosto)
  • Vergine (24 agosto – 22 settembre)
  • Bilancia (23 settembre – 22 ottobre)
  • Scorpione (23 ottobre – 21 novembre)
  • Sagittario (22 novembre – 21 dicembre)
  • Capricorno (22 dicembre – 20 gennaio)
  • Acquario (21 gennaio – 19 febbraio)
  • Pesci (20 febbraio – 20 marzo)

Questa associazione tra segno zodiacale e data deriverebbe dal fatto che il Sole si trova ad attraversare quella costellazione nel periodo dell’anno indicato. Ma è veramente così?

Facciamo un piccolo esperimento: prendiamo una data a caso, per esempio il 1° Aprile e vediamo dove si trova il Sole in quel giorno. Scopriamolo con l’aiuto di Stellarium (di cui abbiamo già parlato qui: Il cielo da casa nostra: Stellarium):

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Il Sole si trova ancora nella costellazione dei Pesci e non in quella dell’Ariete come saremmo portati a pensare!

I segni zodiacali così come li conosciamo sono stati descritti da Tolomeo nel II secolo d.C.

Vediamo come era il cielo in quei tempi:

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In questo caso la corrispondenza è corretta! Cosa può essere cambiato in questi duemila anni?

Tutti sanno che la Terra ha un moto di rotazione attorno al proprio asse e uno di rivoluzione attorno al Sole. Quello che spesso non viene detto è che ne esiste un terzo noto come “precessione degli equinozi”.

Questo moto, della durata di 25800 anni, fa in modo che l’asse terrestre punti in direzioni diverse nel corso del tempo – modificando quindi la posizione apparente che il Sole occupa rispetto alle costellazioni zodiacali.

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Abbiamo quindi scoperto che la corrispondenza tra segni zodiacali e data di nascita è in verità “sfasata” dal moto di precessione oltre che dalle dimensioni intrinseche delle costellazioni.

Ma non è finita qui: infatti esiste una tredicesima costellazione dello zodiaco nella quale il Sole si trova apparentemente a transitare per un breve periodo dell’anno.

Questa costellazione si chiama “Ofiuco”:

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Questo significa che alcuni di voi potrebbero essere nati sotto il segno dell’Ofiuco.

Vediamo quindi quale sarebbe la corrispondenza corretta tra segni zodiacali e giorni dell’anno:

  • Ariete (18 aprile – 13 maggio)
  • Toro (13 maggio – 22 giugno)
  • Gemelli (22 giugno – 21 luglio)
  • Cancro (21 luglio – 10 agosto)
  • Leone (10 agosto – 16 settembre)
  • Vergine (16 settembre – 31 ottobre)
  • Bilancia (31 ottobre – 23 novembre)
  • Scorpione (23 novembre – 29 novembre)
  • Ofiuco (29 novembre – 18 dicembre)
  • Sagittario (18 dicembre – 21 gennaio)
  • Capricorno (21 gennaio – 16 febbraio)
  • Acquario (16 febbraio – 11 marzo)
  • Pesci (11 marzo – 18 aprile)

Ovviamente lo scopo di questo articolo non è quello di far partire una petizione perché Paolo Fox si decida a fare l’oroscopo anche per il segno dell’Ofiuco…

Spero invece sia servito come stimolo per guardare più criticamente gli oroscopi e l’astrologia in generale dimostrando come quelle caratteristiche tradizionalmente associate alle persone nate sotto un determinato segno siano in realtà infondate.

Voyager 1

In questo breve post vorrei parlare dell’oggetto costruito dall’uomo che si trova alla maggior distanza dalla terra: la sonda Voyager 1.

Questa sonda spaziale è stata lanciata dalla NASA, da Cape Canaveral, nel 1977.

Grazie alla sua orbita furono sfiorati, e studiati molto da vicino, tra il 1979 ed il 1980, i pianeti giganti Giove e Saturno.

In particolare vennero scoperti vulcani di zolfo su Io, uno dei satelliti di Giove. Inoltre, venne fotografata la struttura complessa degli anelli che circondano Saturno, in seguito proseguì verso i confini più profondi e remoti del sistema solare.

Nel 1990 scattò una famosissima foto “Pale Blue Dot” dalla quale si riusciva a vedere la terra immortalata come un puntino blu della grandezza di un pixel.

Sulla Voyager  è installato un disco placcato in oro contenente immagini e suoni della Terra.

Nel 2016 ha raggiunto l’incredibile distanza di circa 21 miliardi di Km dal Sole, attualmente si troverebbe in una zona di collegamento magnetico tra il sistema solare e lo spazio interstellare.

La sonda smetterà definitivamente di funzionare nel 2025.

Impariamo a trovare il Nord

Il primo passo per orientarsi nel cielo è quello di saper identificare correttamente il Nord.

Paradossalmente, molto spesso ci sarà più utile guardare verso Sud dove potremo trovare facilmente i pianeti più luminosi, la Luna o altri interessanti fenomeni di cui parleremo in seguito. Trovare il Nord non è che il primo passo per cominciare a esplorare il cielo con la certezza di andare nella direzione giusta.

Ma adesso passiamo alla pratica…

Facciamo la conoscenza di una delle più importanti costellazioni del nostro cielo: l’Orsa Maggiore

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Le sue sette stelle più brillanti sono note come il Carro Maggiore e si possono riconoscere facilmente anche dai cieli delle nostre città. Proprio queste stelle venivano chiamate dai romani “septem triones” (sette buoi) e da questa espressione deriva la più nota “settentrione” che appunto si riferisce al Nord.

Il prossimo passo è quello di usare questa costellazione come base di partenza per trovare la stella polare che, al contrario di quanto si creda, non è la stella più luminosa del cielo.

Infatti, basta prendere le due stelle che formano la parte destra della costellazione e prolungare il segmento che formano per quattro volte e ci troveremo finalmente nei paraggi della stella polare e, quindi, del Nord.

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Detto così può sembrare macchinoso ma vi assicuro che dopo una o due volte diventerà molto naturale. Inoltre, non è necessario aspettare la prossima serata di bel tempo per testare le vostre capacità. Infatti potete allenarvi con Stellarium in qualsiasi momento fino a quando non sarete dei veri maestri!

 

Scoperti su Marte i primi batteri alieni?

La notizia ha dell’incredibile, grazie a un guasto del Robot Spirit, mentre si trovava nei paraggi di Home Plate (su Marte), la sua ruota danneggiata, come se fosse un aratro, ha effettuato un improvvisato scavo artigianale e sono stati portati alla luce depositi di silice circondati da strutture composte di silice. Esistono delle forti analogie con ciò che accade sulla terra, in Cile, a El Tatio, dove delle strutture geologiche sono state modellate da batteri nelle sorgenti termali. Per via di tali affinità si sospetta che tali depositi siano nati per effetto delle temperature, per l’esposizione ai raggi ultravioletti e per l’azione modellatrice di microrganismi. 

Siamo per la prima volta di fronte a forme di vita (batteri) aliene? 

Per le conferme ed ulteriori studi scientifici bisognerà attendere il 2020.

Il cielo da casa nostra: Stellarium

Uno degli strumenti più utili per iniziare ad osservare il cielo è senza ombra di dubbio Stellarium, un ottimo planetario virtuale totalmente gratuito ed estremamente curato.

E’ possibile scaricarlo liberamente a questo indirizzo: http://www.stellarium.org/it/.

Grazie a questo software potremo simulare con grande accuratezza l’aspetto del cielo e iniziare a muovere i primi passi sulla volta celeste – potete persino vedere come era il cielo il giorno in cui siete nati!

Una volta avviato Stellarium è necessario impostare la nostra località di osservazione in modo da avere una rappresentazione realistica del cielo sopra di noi. Per fare ciò è sufficiente aprire l’apposita finestra richiamabile dal menu a tendina che compare spostando il mouse lungo il lato sinistro della schermata o, più semplicemente, premendo il tasto F6: adesso non resta che cercare la località di interesse (per esempio “Milano”) e impostarla come predefinita spuntando l’apposita casella.stellarium3

Una volta tornati nella schermata principale, provate a cambiare punto di vista usando la tastiera o il mouse; potete anche zoomare su un oggetto di vostro interesse con i tasti “Pag Su” e “Pag Giù”.
Le funzioni principali sono richiamabili dai due menu a tendina che compaiono nell’angolo in basso a sinistra e avremo modo di vederle nel dettaglio nel corso dei prossimi post:

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“Prossima fermata: Alpha Centauri”

Cari Amici, come è noto, la luce viaggia nel vuoto all’incredibile velocità di 300.000  km/sec.

Una velocità che ci consentirebbe di affrontare, con minor difficoltà, i lunghissimi viaggi interstellari, ma che rappresenta un traguardo difficilmente raggiungibile nel medio-lungo periodo, sulla base delle attuali conoscenze  tecnologiche.

Vero, o forse non del tutto…

Infatti, attraverso un progetto ambiziosissimo, teorizzato dall’astrofisico Stephen Hawking e finanziato dal miliardario Yuri Milner,  l’uomo sarà in grado di realizzare, nel giro di non troppi anni, delle minuscole navi spaziali che saranno in grado di raggiungere in 20 anni, a 1/5 della velocità della luce, Alpha Centauri, la stella più vicina alla Terra distante solo 4,3 anni luce.

La “astronave”, o meglio le “astronavi” (ne saranno lanciate un centinaio), saranno grandi quanto un froncobollo, saranno equipaggiate di fotocamere, di equipaggio trasmissione dati, batterie, propulsore e di una vela spaziale. Raggiungeranno la loro velocità massima grazie alla spinta di raggi laser emessi direttamente da una serie di antenne posizionate sulla terra.

Il primo passo verso Alpha Centauri sta per essere mosso…

Astronomia pratica e divulgativa – Si parte!

Astronomia pratica e divulgativa – Si parte!

A tutti è capitato di interessarsi almeno una volta nella vita all’astronomia. Spesso succede a causa dell’attenzione che i media dedicano a qualche evento particolarmente raro o affascinante: le eclissi di Sole o di Luna e la pioggia di stelle cadenti nella notte di San Lorenzo sono due degli esempi più immediati.

In pratica, per un motivo o per l’altro tutti abbiamo guardato il cielo e, magari, desiderato di sapere cosa succede lassù. Questo sentimento è condiviso da molti indipendentemente dal fatto che si tratti di un bambino o di un grande scienzato.

Il bello dell’astronomia è proprio questo: tutti possono interessarsi ad essa ad ogni livello e non importa quanto le domande che ci poniamo all’inizio sembrino semplici o banali… la risposta farà nascere altri quesiti ancora più profondi e difficili da comprendere.

Lo scopo di questa pagina è proprio quello di stimolare la curiosità di chi ha sempre voluto avvicinarsi a questa scienza ma per un motivo o per l’altro non ha portato avanti questa passione.

Qui si parlerà di astronomia pratica: si descriveranno alcuni dei fenomeni più importanti che si possono osservare nel cielo e vedremo quali siano le loro particolarità.

E vi assicuro che strumenti semplici come un binocolo o la nostra vista siano spesso sufficienti ad avvicinare questi straordinari oggetti celesti non solo ai nostri occhi ma anche alla nostra comprensione.

3…2…1…partenza!